“L’Uomo di fuoco” è un romanzo di avventura di Emilio Salgari, pubblicato nel 1904 e ambientato in Brasile al tempo della sua scoperta, un eden ricco di vegetazione tropicale e uccelli paradisiaci, foreste impenetrabili e inesplorate. Proprio in queste foreste si rifugiano l’avventuriero Diego Correa, uccello di fuoco, e il mozzo Garcia scampati al naufragio della loro caravella. Sul posto dovranno però sopravvivere a ben altri pericoli, belve e rettili feroci e indigeni selvaggi. Riusciranno a salvarsi nel mezzo di una natura ancora così tanto ignota? La narrazione avvincente regala incredibili ritmi avventurosi, a cui si accosta la possibile veridicità storica del leggendario ‘Caramuru’, ossia Diogo Alvares Correia, un avventuriero di origine portoghese vissuto nel ‘500, unico superstite di un naufragio sulle coste brasiliane all’altezza della baia di Salvador, e primo europeo a stabilire un contatto con la popolazione nativa Tupinambá, a cui per questo gli fu attribuito per l’appunto il nome di Caramuru, “Uomo di Fuoco”.